CAPITOLO 1
Estate 1999
Tutte le estati le famiglie Melchiorri e Basso erano solite godersi una giornata in montagna per ritrovarsi e stare insieme, lontani dal trambusto settimanale.
Erano ormai passati molti anni da quando le necessità dei più giovani di entrambe le famiglie avevano portato alla cessazione di questa usanza.
Nell’estate del 1991 i ragazzi, ormai cresciuti, decisero di rivedersi come erano solite fare le proprie famiglie.
Molte cose erano cambiate dopo tutti quegli anni; Lucio e Giampietro Melchiorri dirigevano l’azienda calzaturiera di famiglia, così come i fratelli Basso con la loro. Stando insieme si accorsero che una sola cosa non era cambiata negli anni: quella sintonia tra cugini che sempre li aveva tenuti legati.
CAPITOLO 2
Tra racconti, scherzi e risate, Giampietro inizia a notare come tutti, nonostante figli d’arte e provenienti dal mondo della calzatura, indossassero le comuni scarpe sportive; erano sneakers prodotte e commercializzate in serie, senza alcuna storia o sentimento che le caratterizzassero.
Giampietro condivide così il suo pensiero aprendo un vero e proprio scambio di opinioni; nasce da qui l’idea di voler creare una nuova linea sportiva che fosse qualcosa di più di una semplice sneakers, ma che inglobasse sia un valore sentimentale, quello della famiglia, sia artigianale, attraverso le competenze che tutti avevano maturato nel corso degli anni.
CAPITOLO 3
Autunno 1999
I fratelli Basso ripensano alla giornata passata insieme ai loro cugini ed iniziano a considerare quell’idea nata un po’ per gioco tra la pace delle colline marchigiane e decidono così di ricontattare Lucio e Giampietro esprimendo la loro volontà di portarla avanti.
A loro volta, i fratelli Melchiorri entusiasti della proposta, accettano questa sfida ed iniziano a lavorare al nuovo progetto.
CAPITOLO 4
Un progetto ambizioso e non del tutto semplice; difficile era riorganizzare un’intera produzione, abituata alla scarpa classica e, difficile era riuscire a commercializzare questa nuova idea di sneakers, non più concepita come “scarpa da ginnastica” bensì come un accessorio luxury e metropolitano; un vero e proprio nuovo concetto di moda.
CAPITOLO 5
Dopo aver gettato una prima base di idee, i ragazzi costruirono passo dopo passo il nuovo brand basandosi su dei principi cardine: dinamismo, avanguardia, esperienza e positività. Nacque così Primabase e la sua prima collezione.
Ora dovevano “solamente” commercializzarla, ma come? Quale il canale giusto?
Con molto coraggio ed una forte determinazione presero l’auto, la nuova collezione e decisero di presentare Primabase all’evento fieristico di Dusseldorf dove furono vendute le prime 16.700 paia.
Primavera 2000
Primabase si era trasformata in qualcosa più grande di un progetto; era una nuova visione di calzatura, un punto d’incontro tra sportività, lussuosità ed artigianalità.
Una storia, una sinergia ed un concetto estetico che vive ancora oggi attraverso il leitmotiv positivo che ha costantemente descritto ed accompagnato gli animi dei nostri creatori: “Today is a very good day”.
Vi ringraziamo per averci conosciuti più a fondo e per aver conosciuto la nostra storia che, grazie a voi continua ad essere attuale.
…continua
CAPITOLO 1
Estate 1999
Tutte le estati le famiglie Melchiorri e Basso erano solite godersi una giornata in montagna per ritrovarsi e stare insieme, lontani dal trambusto settimanale.
Erano ormai passati molti anni da quando le necessità dei più giovani di entrambe le famiglie avevano portato alla cessazione di questa usanza.
Nell’estate del 1991 i ragazzi, ormai cresciuti, decisero di rivedersi come erano solite fare le proprie famiglie.
Molte cose erano cambiate dopo tutti quegli anni; Lucio e Giampietro Melchiorri dirigevano l’azienda calzaturiera di famiglia, così come i fratelli Basso con la loro. Stando insieme si accorsero che una sola cosa non era cambiata negli anni: quella sintonia tra cugini che sempre li aveva tenuti legati.
CAPITOLO 2
Tra racconti, scherzi e risate, Giampietro inizia a notare come tutti, nonostante figli d’arte e provenienti dal mondo della calzatura, indossassero le comuni scarpe sportive; erano sneakers prodotte e commercializzate in serie, senza alcuna storia o sentimento che le caratterizzassero.
Giampietro condivide così il suo pensiero aprendo un vero e proprio scambio di opinioni; nasce da qui l’idea di voler creare una nuova linea sportiva che fosse qualcosa di più di una semplice sneakers, ma che inglobasse sia un valore sentimentale, quello della famiglia, sia artigianale, attraverso le competenze che tutti avevano maturato nel corso degli anni.
CAPITOLO 3
Autunno 1999
I fratelli Basso ripensano alla giornata passata insieme ai loro cugini ed iniziano a considerare quell’idea nata un po’ per gioco tra la pace delle colline marchigiane e decidono così di ricontattare Lucio e Giampietro esprimendo la loro volontà di portarla avanti.
A loro volta, i fratelli Melchiorri entusiasti della proposta, accettano questa sfida ed iniziano a lavorare al nuovo progetto.
CAPITOLO 4
Un progetto ambizioso e non del tutto semplice; difficile era riorganizzare un’intera produzione, abituata alla scarpa classica e, difficile era riuscire a commercializzare questa nuova idea di sneakers, non più concepita come “scarpa da ginnastica” bensì come un accessorio luxury e metropolitano; un vero e proprio nuovo concetto di moda.
CAPITOLO 5
Dopo aver gettato una prima base di idee, i ragazzi costruirono passo dopo passo il nuovo brand basandosi su dei principi cardine: dinamismo, avanguardia, esperienza e positività. Nacque così Primabase e la sua prima collezione.
Ora dovevano “solamente” commercializzarla, ma come? Quale il canale giusto?
Con molto coraggio ed una forte determinazione presero l’auto, la nuova collezione e decisero di presentare Primabase all’evento fieristico di Dusseldorf dove furono vendute le prime 16.700 paia.
Primavera 2000
Primabase si era trasformata in qualcosa più grande di un progetto; era una nuova visione di calzatura, un punto d’incontro tra sportività, lussuosità ed artigianalità.
Una storia, una sinergia ed un concetto estetico che vive ancora oggi attraverso il leitmotiv positivo che ha costantemente descritto ed accompagnato gli animi dei nostri creatori: “Today is a very good day”.
Vi ringraziamo per averci conosciuti più a fondo e per aver conosciuto la nostra storia che, grazie a voi continua ad essere attuale.
…continua